18 -10 COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA

Premio Letterario Internazionale

Alessandro ManzoniCittà di Lecco

Premio alla Carriera – Premio Romanzo storico
Lo scrittore triestino BORIS PAHOR e il filosofo EMANUELE SEVERINO, sono i vincitori dell’edizione 2012 del “Premio letterario Internazionale Alessandro Manzoni – Città di Lecco.” BORIS PAHOR, con il libro edito da Rizzoli Figlio di Nessuno. Un’autobiografia senza frontiere, scritto con Cristina Battocletti, è il vincitore del “Premio Romanzo Storico”, che si affianca al “Premio alla Carriera”, assegnato all’unanimità, dalla giuria, presieduta da Matteo Collura, ad EMANUELE SEVERINO. Venerdì 26 Ottobre, a Lecco, città manzoniana per eccellenza, la cerimonia di premiazione con la partecipazione di Severino, Pahor e Cristina Battocletti,giornalista e scrittrice.

Negli anni scorsi il premio è stato conferito a Umberto Eco, Ermanno Olmi, Luca Ronconi, Mario Botta. L’ottava edizione del “Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni – città di Lecco”, organizzato da Cinquanta&Più, il Comune di Lecco e il Centro Nazionale Studi Manzoniani, si svolgerà venerdì 26 ottobre alle ore 17.00 presso l’Auditorium della Casa dell’Economia, in via Tonale, 30 a Lecco.

Boris Pahor, più volte candidato al Nobel, attraverso le pagine autobiografiche di “Figlio di nessuno” descrive la sua lunga vita di impegno e di lavoro letterario. Sono i ricordi di un ragazzo derubato della sua cultura, di “Figlio di nessuno” – così infatti l’Italia fascista definiva gli sloveni-, di un prigioniero che lotta per sopravvivere, di un marito e di un padre aspro e intenso, di un uomo libero. Una memoria che riporta a quella degli oltre 4 milioni di deportati politici marchiati con un triangolo rosso che, come gli ebrei, hanno conosciuto la deportazione e lo sterminio. Una memoria giunta dalla testimonianza di uno dei più grandi autori della nostra epoca che oggi, alla vigilia dei suoi 100 anni, continua ad avere la forza di ricordare e di raccontare.

Pahor porta a Lecco la sua preziosa testimonianza di <<uomo che – come afferma la motivazione della Giuria – venuto al mondo all’inizio del secolo scorso, è personaggio rappresentativo e simbolico della nostra epoca. Nato a Trieste in una famiglia slovena, ha sofferto l’esperienza di quanti furono considerati “figli di nessuno”, e perciò privati dei loro confini fisici e spirituali. La dedica che egli ha voluto per il suo ultimo libro ne è il miglior viatico, che la Giuria di questo Premio fa proprio: “In memoria delle vittime del periodo fascista, del nazismo e della dittatura comunista>>.

Emanuele Severino, definito da Massimo Cacciari «un gigante della filosofia e l’unico filosofo che nel Novecento si possa accostare a Heidegger» il 26 ottobre sarà protagonista di una lectio aperta al pubblico sul tema “Del Sacro”. Il Premio alla Carriera, istituito nel 2008 viene attribuito annualmente ad una importante e prestigiosa personalità europea che “ha in modo visibile perseguito e rappresentato ideali di alto impegno culturale e civile”.

Accademico dei Lincei, Professore emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, docente all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, definito da Massimo Cacciari «un gigante della filosofia e l’unico filosofo che nel Novecento si possa accostare a Heidegger», Emanuele Severino rientra a pieno titolo tra le grandi Personalità del nostro tempo. Tra le sue opere, tutte punto di riferimento per la filosofia contemporanea: La struttura originaria, Studi di filosofia della prassi , Essenza del nichilismo, Destino della necessità, La Gloria, Oltrepassare, Il mio ricordo degli eterni, L’intima mano, La morte e la terra

<<Il Premio alla Carriera intitolato ad Alessandro Manzoni-Città di Lecco, – recita la motivazione della Giuria – è conferito quest’anno al professor Emanuele Severino, il grande filosofo che con il suo pensiero ha illuminato questi nostri anni di straordinario sviluppo tecnologico e di sempre maggiore stupore di fronte al mistero della vita umana, al suo manifestarsi e occultarsi. “Se mi è stato tolto molto, è perché ho avuto molto” ha scritto Severino nell’autobiografia pubblicata di recente da Rizzoli. Ed è, questa, la coerente confessione di un intellettuale che può essere definito uno studioso “diversamente cristiano”. E comunque un maestro>>.

Giunto all’ Ottava edizione, il “Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni – Città di Lecco”, è frutto dell’importante sinergia che si è venuta a creare e si è consolidata in questi anni tra le Istituzioni pubbliche e il settore privato, uniti nel perseguimento di un obiettivo comune: la valorizzazione della storia e della cultura del territorio lecchese, profondamente legato alla figura e all’opera di Alessandro Manzoni. Negli anni scorsi il “Premio alla carriera” è stato conferito, a Umberto Eco, Ermanno Olmi, Luca Ronconi, Mario Botta.

Mentre le edizioni del “Premio per il romanzo storico” hanno tracciato un percorso preciso, documentando una delle linee più vitali della nostra narrativa, che associa temi di alta rilevanza morale alla ricerca di soluzioni espressive personali e spesso decisamente originali.

Il “Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni – Città di Lecco” è organizzato dall’Associazione Nazionale 50&Più in collaborazione con il Centro Nazionale di Studi Manzoniani e il Comune di Lecco, con il Patrocinio del MIBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia – Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, della Provincia di Lecco, della Camera di Commercio di Lecco, Confcommercio e Confcommercio Lecco Unione Commercianti Lecchesi.

www.premiomanzonilecco.it

Allegati

FIGLIO DI NESSUNO. Una biografia senza frontiere, di Boris Pahor e Cristina Battocletti (Rizzoli, 2012)

Queste sono le memorie di una “cimice”: così infatti l’Italia fascista definiva apertamente gli sloveni, “figli di nessuno” per un quarto di secolo. Sono i ricordi di un ragazzo derubato della sua cultura. Di un prigioniero che lotta per sopravvivere. Di un marito e padre aspro e intenso. Di un uomo libero. Dall’infanzia poverissima segnata dalle discriminazioni alla Resistenza, dalla guerra in Libia alla scoperta dell’amore, dall’impegno politico a quello letterario, Pahor traccia in questo libro il bilancio senza reticenze di una vita trascorsa ad attraversare confini fisici e spirituali, e solleva un velo sugli aspetti più privati del suo passato regalandoci un autoritratto inedito e umanissimo. Trovano posto in questa narrazione le passioni intellettuali e gli amori in carne e ossa: quello travolgente per Arlette, la ragazza francese conosciuta in sanatorio all’indomani della liberazione e che lo restituì alla vita, l’inquieta relazione con Danica, giovane antifascista trucidata insieme al marito dai collaborazionisti sloveni o dai comunisti in un mistero ancora non risolto. E poi il matrimonio con la bellissima Rada, permeato da una profonda condivisione ma segnato da assenze e allontanamenti sentimentali. Mentre sullo sfondo si delinea uno scorcio potente del secolo scorso che restituisce alla memoria la storia degli sloveni dei nostri confini orientali, in un intreccio di eventi storici e vissuto privato. “Non ho paura della morte come tale, è più il dispiacere infinito di perdere la vita. Certo, anche il mistero imponderabile di ciò che c’è dopo mi provoca inquietudine. Ma più di tutto mi dispiace perdere le cose positive della vita: le donne che ho amato, e la natura” riflette Pahor in pagine memorabili sul senso e il pensiero della fine. E alle soglie dei cento anni ci regala il privilegio di accompagnare un grande uomo e un grande testimone nel suo più intimo viaggio nel passato e nel futuro.

Boris Pahor (Trieste, 1913) è il maggiore scrittore sloveno di cittadinanza italiana. Ha dato voce all’esperienza della deportazione politica, vissuta nei lager nazisti, nel suo capolavoro “Necropoli” (2008). Pahor ha scritto una trentina di titoli, tradotti in più di dieci lingue, tra i quali  “Il rogo nel porto” (2008), “Una primavera difficile” (2009), “La villa sul lago” (2011). Questa è la sua unica autobiografia.

Cristina Battocletti (Udine, 1972) lavora alla “Domenica” del Sole 24 Ore dove cura gli spettacoli e segue i festival cinematografici, oltre a occuparsi di letteratura dei Balcani. Ha vinto diversi premi letterari. Un suo testo, selezionato al Grinzane Cavour, è edito nei “Racconti del sabato sera” (Einaudi, 1995). Vive a Milano con le figlie Olga e Nora.

EMANUELE SEVERINO – Note biografiche

Emanuele Severino nasce a Brescia nel 1929. Sotto la guida di Gustavo Bontadini si laurea a Pavia in filosofia, con una tesi su Heidegger e la metafisica. Nel 1951 ottiene la libera docenza. Nel 1962 è ordinario di filosofia morale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Terminati i rapporti con l’Università Cattolica, dal 1970 al 1989 insegnerà presso l’Università di Venezia, come ordinario di Filosofia Teoretica e, in seguito, sarà direttore del Dipartimento di Filosofia.

Professore emerito dell’Università Ca’ Foscari, Emanuele Severino è accademico dei Lincei, Cavaliere di Gran Croce, e ha ricevuto la medaglia d’oro della Repubblica per le attività culturali. Attualmente è docente presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Da anni collabora con il “Corriere della Sera”.

Le sue opere più recenti sono Macigni e spirito di gravità, Rizzoli, 2010. L’intima mano, Adelphi, 2010. Il mio ricordo degli eterni, Rizzoli, 2011. La morte e la terra, Adelphi, 2011.

Il Premio – LA GIURIA

Presidente

Matteo Collura, scrittore e giornalista

Membri

Gian Luigi Daccò direttore emerito dei Musei Civici di Lecco, Coordinatore del Premio

Arnaldo Di Benedetto, docente di Letteratura Italiana, Università degli Studi di Torino, direttore del “Giornale storico della Letteratura Italiana”,

Gianmarco Gaspari docente di Letteratura Italiana, Università degli Studi dell’Insubria, direttore del Centro Nazionale Studi Manzoniani,

Maria Grazia Rabiolo giornalista, produttrice della Radiotelevisione svizzera RSI,

Giovanna Rosa docente di Letteratura Italiana Contemporanea, Università degli Studi di Milano,

Francesco Spera docente di Letteratura Italiana, Università degli Studi di Milano.

Il Premio LA STORIA

2005 – Prima edizione

50&Più istituisce con i Musei Civici di Lecco e il Centro Nazionale di Studi Manzoniani di Milano il “Premio A. Manzoni” Vincitore Premio Romanzo Storico: Antonia Arslan, “La masseria delle allodole” (Rizzoli)

2006 – Seconda edizione

Vincitore Premio Romanzo Storico: Grazia Livi, “Lo sposo impaziente” (Garzanti Libri)

2007 – Terza edizione

L’iniziale denominazione “Premio A. Manzoni” diventa, a partire da questa edizione, “Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni – Città di Lecco”. Vincitore Premio Romanzo Storico: Salvatore Niffoi, “Ritorno a Baraule” (Adelphi)

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