Emanuele Severino
Emanuele Severino nasce a Brescia nel 1929. Sotto la guida di Gustavo Bontadini si laurea a Pavia in filosofia, con una tesi su Heidegger e la metafisica. Nel 1951 ottiene la libera docenza. Nel 1962 è ordinario di filosofia morale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Terminati i rapporti con l’Università Cattolica, dal 1970 al 1989 insegnerà presso l’Università di Venezia, come ordinario di Filosofia Teoretica e, in seguito, sarà direttore del Dipartimento di Filosofia. Professore emerito dell’Università Ca’ Foscari, Emanuele Severino è accademico dei Lincei, Cavaliere di Gran Croce, e ha ricevuto la medaglia d’oro della Repubblica per le attività culturali. Attualmente è docente presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Da anni collabora con il “Corriere della Sera”. Le sue opere più recenti sono Macigni e spirito di gravità, Rizzoli, 2010. L’intima mano, Adelphi, 2010. Il mio ricordo degli eterni, Rizzoli, 2011. La morte e la terra, Adelphi, 2011.
MOTIVAZIONE
Il Premio alla Carriera intitolato ad Alessandro Manzoni-Città di Lecco, è conferito quest’anno al professor Emanuele Severino, il grande filosofo che con il suo pensiero ha illuminato questi nostri anni di straordinario sviluppo tecnologico e di sempre maggiore stupore di fronte al mistero della vita umana, al suo manifestarsi e occultarsi. “Se mi è stato tolto molto, è perché ho avuto molto” ha scritto Severino nell’autobiografia pubblicata di recente da Rizzoli. Ed è, questa, la coerente confessione di un intellettuale che può essere definito uno studioso “diversamente cristiano”. E’ comunque un maestro.