Giulia Maria Mozzoni Crespi

GiuliaMariaCrespiAppartenente ad una delle più antiche e importanti famiglie lombarde, il cui nome è legato a molte attività in campo industriale e culturale e, indissolubilmente, al Corriere della Sera, Giulia Maria Mozzoni Crespi prosegue la tradizione familiare di impegno civile. Sin dall’infanzia e fino al 1960 si occupa dell’Associazione Ape Laboriosa per i bambini delle periferie di Milano. Dopo la seconda guerra mondiale si occupa molto attivamente della Fondazione Crespi Morbio in Via S. Elembardo a Sesto San Giovanni per le famiglie numerose. Contemporaneamente e sino al 1970 lavora presso l’Opera San Francesco per i Poveri dei frati cappuccini di Viale Piave a Milano. Dal 1960 al 1974 lavora nel CdA del Corriere della Sera. Giulia Maria Mozzoni Crespi dal 1965 al 1975 ha svolto una lunga attività anche in Italia Nostra come Consigliere della Sezione di Milano dove ha fondato il Settore Giovani Educazione Ambiente, nel cui ambito organizzava anche corsi di aggiornamento per docenti e studenti. E’ stata poi una delle promotrici con Italia Nostra del progetto italiano di riforestazione urbana Boscoincittà, avviato nel 1974 su un’area abbandonata e che ora si estende per una superficie totale di 110 ettari nella periferia ovest di Milano. Successivamente passa al Consiglio Nazionale di Italia Nostra. Entra contemporaneamente nel Consiglio di Europa Nostra federazione pan-europea nata per diffondere e conservare il patrimonio culturale del vecchio continente. Nel 1974, dopo aver lasciato la gestione editoriale del quotidiano Il Corriere della Sera, assieme a Renato Bazzoni e Franco Russoli fonda il FAI-Fondo per Ambiente Italiano, nato da un’idea di Elena Croce ispiratasi al National Trust inglese, attivo dal 1895. E’ un’esperienza che, nata dall’entusiasmo di pochi con l’intento di contribuire alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale italiano, diviene negli anni una missione appassionante che riporta in vita tante meraviglie nazionali, offrendole all’ammirazione del pubblico. Diffusosi su tutto il territorio nazionale, il FAI ha promosso innumerevoli interventi di tutela, acquisizioni, collaborazioni con importanti istituzioni internazionali, ma soprattutto contribuisce a far nascere una diversa coscienza nei confronti dell’arte e della natura in un Paese che spesso trascura il proprio patrimonio. Attualmente il FAI conduce 46 beni di cui 24 regolarmente aperti al pubblico. Da 35 anni conduce, prima da sola poi con suo figlio, un azienda agricola di famiglia nella Pianura Padana (Parco del Ticino), dove imposta il metodo innovativo dell Agricoltura Biodinamica, nel quale è abolito luso di pesticidi, diserbanti e concimi chimici di sintesi e collabora con l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica per promuovere questa pratica agricola con l’intento di contribuire al disinquinamento della terra e favorire cibo sano per la salute degli uomini, nonché alla preservazione dell’acqua che diverrà nei prossimi decenni uno dei problemi fondamentali in tutto il pianeta. Nel 1978 entra nel Consiglio dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, fondata nel 1947, portando alla ribalta dell’opinione pubblica il “movimento biodinamico”, promuovendo Convegni e Corsi sull’alimentazione e sul metodo di agricoltura biodinamico. Giulia Maria Mozzoni Crespi ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutta Italia, tra cui dal Presidente Ciampi, l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine “al merito della Repubblica Italiana” per il notevole impegno civile, sociale e culturale a favore della collettività, e dall’Università di Bologna la Laurea honoris causa in Storia dell’Arte. Si batte assieme alle altre Associazioni protezionistiche per la tutela e la difesa del patrimonio artistico, storico e paesaggistico italiano, ed interviene nei temi di interesse nazionale a questi collegati. Attualmente è Presidente Onorario del FAIFondo Ambiente Italiano. In particolare si sta occupando approfonditamente del problema dell’agricoltura in Italia, cercando di promuovere consapevolezza verso questo settore poco considerato dai media italiani e da gran parte della popolazione quando invece l’agricoltura è una necessità primaria. Inoltre l’agricoltura può essere garante della sicurezza alimentare e allo stesso tempo garantire la salvaguardia dei beni pubblici quali: ambiente, paesaggio, presidio del territorio, tutela delle risorse naturali (acqua, terra), contesti naturali indispensabili per un turismo culturale di qualità con conseguente ricaduta positiva sull’occupazione.