ANTONIA ARSLAN, LA MASSERIA DELLE ALLODOLE, Milano, Rizzoli, 2004

2005MOTIVAZIONE
Il primo romanzo di Antonia Arslan, nota saggista e docente universitaria, ripercorre le tappe di una complessa vicenda familiare, che ha al suo centro il dramma del popolo armeno, tra Italia e Anatolia, alla vigilia della Grande guerra. Già premiato da un notevole consenso di pubblico, il romanzo della Arslan intreccia il tema della memoria personale a quella collettiva in modo assolutamente originale. Sul filo di tenaci e struggenti ricordi domestici, ritratti psicologici di grande intensità si affidano a una scrittura nitida ma sorvegliatissima, nella quale convivono una forte tensione emotiva e una mai dimessa passione civile.

LA MASSERIA DELLE ALLODOLE
Chi ha letto con passione I quaranta giorni del Mussa Dagh, l’epopea di Franz Werfel sul genocidio degli armeni da parte dei turchi durante la prima guerra mondiale, ritroverà nel bellissimo romanzo di Antonia Arslan La masseria delle allodole un frammento della stessa vicenda, ricostruita da una discendente italiana sul filo delle memorie familiari. È la saga degli Arslanian, di due fratelli che con le loro scelte differenti hanno forgiato per i loro figli due destini tragicamente opposti, di vita e di morte.
Il fratello maggiore, Yerwant, lascia l’Armenia da ragazzo, studiando a Venezia e diventando medico di successo a Padova, dove sposa una nobildonna e ne ha due figli. Il fratello meno avventuroso e più legato alle tradizioni familiari, Sempad, rimane nel villaggio natale in Anatolia, dove riveste uno status preminente, facendo della sua farmacia una finestra sulle novità occidentali. La sua numerosa famiglia incarna i valori e la cultura del popolo armeno, come l’ospitalità festosa, l’intraprendenza mercantile, la religiosità tollerante.
Dopo molti anni di lontananza, nel 1915 i due fratelli combinano una rimpatriata: Yerwant con la famiglia si accinge a tornare in Anatolia con due automobili, carico di doni e di nostalgia. Sempad arreda prestigiosamente la “masseria delle allodole”, la villa in campagna, preparando un’accoglienza memorabile. Ma lo scoppio della guerra spezza all’improvviso ogni progetto e consegna l’intero popolo armeno allo sterminio: i turchi, alleati dei tedeschi, attuano il mostruoso piano di eliminazione delle minoranze etniche.
Massacrati tutti i maschi, compresi i bambini, le donne armene, fra cui la moglie e le figlie di Sempad, saranno deportate e trasferite ad Aleppo in un esodo atroce e spietato, destinate a un’inesorabile “soluzione finale”. Grazie all’avventuroso intervento di amici fedeli, per le figlie di Sempad si apre in extremis una via di fuga e il romanzo, teso come un thriller ed emozionante come una storia d’amore, si conclude, in un salto temporale, con la voce della narratrice, la nipote Antonia, che intrecciando storia e poesia, colori, suoni e profumi, ha saputo incidere la sua vicenda familiare nella memoria collettiva.

antonia-arslan-05ANTONIA ARSLAN
Scrittrice e saggista italiana di origine armena. Laureata in archeologia, è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’università di Padova. È autrice di saggi pionieristici sulla narrativa popolare e d’appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare italiano fra Ottocento e Novecento) e sullagalassia sommersadelle scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra ‘800 e ‘900). Attraverso l’opera del grande poeta Daniel Varujan – del quale
ha tradotto (con Chiara Haiganush Megighian e Alfred Hemmat Siraky) le raccolte
II Canto del Pane e Mari di grano – ha riscoperto la sua profonda e inespressa
identità armena.
Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio armeno (Metz Yeghèrn,
Il genocidio degli Armeni di Claude Mutafian) e una raccolta di
testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr.
La memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni).
Nel 2004 ha scritto il suo primo romanzo, La masseria delle allodole (Rizzoli), che ha vinto il Premio Stresa di
narrativa e il Premio Campiello e il 23 marzo 2007 è uscito nelle sale il film tratto dall’omonimo
romanzo e diretto dai fratelli Taviani. La strada di Smirne è del 2009.