ANDREA TARABBIA, IL GIARDINO DI MOSCHE, (Ponte delle Grazie)

premio-manzoni-romanzo-storico-2016-vincitoreIL LIBRO

Tra il 1978 e il 1990, mentre in Unione Sovietica il potere si scopriva fragile e una certa visione del mondo si avviava al tramonto, Andrej Cikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto e lavoratore, uccideva nei modi più orrendi quasi 60 persone. Le sue vittime avevano tutte una caratteristica comune: vivevano ai margini della società o non si sapevano adattare alle sue regole. Erano insomma simboli del fallimento dell’Idea comunista, sintomi dell’imminente crollo del Socialismo reale. Questo libro, sospeso tra romanzo e biografia, narra la storia di uno dei più feroci assassini del Novecento attraverso la visionaria, a tratti metafisica ricostruzione della confessione che egli rese in seguito all’arresto. E fa di più. Osa raccontare l’orrore e il fallimento in prima persona: Cikatilo, infatti, svela le sue pulsioni più segrete, le sue umiliazioni e ossessioni. “Il giardino delle mosche” è un libro lirico e crudele allo stesso tempo: la storia di un’anima sbagliata, una meditazione sul potere e la sconfitta e, soprattutto, una discesa impietosa fino alle radici del Male.

GLI ALTRI FINALISTI

La serata finale dell’edizione 2016 si è svolta sabato 22 ottobre al Teatro della Società di Lecco. “Il giardino delle mosche” di Andrea Tarabbia (Ponte delle Grazie) ha prevalso nel voto popolare conquistando 48 preferenze e superando “Noi che gridammo al vento” di Loriano Macchiavelli (Einaudi), giunto secondo con 33 voti, e “L’uomo del futuro” di Eraldo Affinati (Mondadori) arrivato terzo con 18 schede a favore (una scheda è stata annullata durante lo spoglio effettuato in diretta dal notaio Federica Croce). Centrale anche in questa edizione la collaborazione con librerie e biblioteche: le librerie Cattaneo, Ibs-Libraccio, Libreria Volante, Parole nel Tempo di Lecco, Perego Libri di Barzanò e La Torre di Merate e le biblioteche di Valmadrera, Costa Masnaga e Sirone hanno indicato i 100 componenti della Giuria Popolare