Premio Manzoni Romanzo Storico, ecco i romanzi finalisti

La Giuria Tecnica ha scelto i finalisti del Premio Manzoni Romanzo Storico 2018. Ecco una breve descrizione delle tre opere e del romanzo segnalato per la nuova sezione “Storie di Lago”.

– “La ragazza di Marsiglia”, Maria Attanasio

Per vent’anni Rosalia Montmasson fu moglie di Francesco Crispi, che seguì in tutti gli esili, condividendone azione e utopia, senza paura e senza riserve, facendosi cospiratrice e patriota al servizio della causa mazziniana. Si erano incontrati a Marsiglia: lui esule in fuga dalla Sicilia borbonica, lei lavandaia stiratrice che si era lasciata alle spalle l’asfittico paesino d’origine dell’Alta Savoia. Diventata mazziniana anche lei, entrò a poco a poco nella vita di riunioni e di azioni clandestine di lui, perfino le più rischiose. Avvincente romanzo storico, restituisce voce e identità, recuperando anche una sommersa e avventurosa coralità di oscuri eroi, con un ritmo narrativo di inchiesta letteraria su una vicenda nascosta del Risorgimento.

– “Le assaggiatrici”, Rosella Postorino

Ispirata alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf), ecco la vicenda di Rosa Sauer, 26enne berlinese sposata da un anno con Gregor. Lui è partito per il fronte, la madre è rimasta uccisa sotto i bombardamenti della capitale tedesca, non le resta che scappare in campagna dai suoceri. Sarà lì che Rosa entrerà a far parte, con altre ragazze e donne, della squadra di assaggiatrici di Hitler, ogni giorno condotte in caserma per sedersi alla mensa e assaggiare i pasti potenzialmente letali destinati al Führer. Una condizione ambigua e spaventosa: la possibilità di mangiare mentre, intorno, si muore di fame per la guerra. Eppure anche la possibilità di morire a ogni boccone. La vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della storia, forte dei desideri della giovinezza.

 

– “L’ultima patria”, Matteo Righetto

È il 1898, un freddo mese di novembre. Sulle arcigne montagne tra l’altopiano di Asiago e la val Brenta, a Nevada, gli abitanti sono ormai quasi del tutto scomparsi: la maggior parte di loro, oppressa da una spaventosa povertà, ha abbandonato i luoghi d’origine per emigrare in America in cerca di fortuna. Jole ha compiuto vent’anni e cresce sempre più bella mentre la sua giovane sorella Antonia ha seguito la vocazione religiosa e ha deciso di farsi monaca; il fratellino Sergio è preda di strani tremori dovuti a una causa misteriosa e viene affidato alle cure della “Santa”, la guaritrice di un paese vicino. La momentanea apparente quiete della zona viene sconvolta quando entrano in azione due banditi. Western epico e realistico, che trasmette emozioni e racconta il confine tra ragione e violenza.

 

– “Di sangue e di ghiaccio”, Mattia Conti (segnalazione Storie di Lago)

Quando Ranocchia viene ripescato dall’acqua gelida del fiume, più morto che vivo, ciò che il paese sospettava da tempo diventa certezza: è impazzito. Già non è mai stato molto brillante, con il suo fare svagato e il fisico gracile, inabile al lavoro nei campi. Da quando poi se n’è andato di casa per calcare le assi del palcoscenico… Inevitabile che la sua mente, già debole, cedesse. Il ragazzo viene internato nel manicomio di Como e tutti pensano di aver risolto il problema, senza considerare che nello stesso istituto è entrata da pochi mesi anche Bianca, la Maestrina, la ragazza che ha insegnato a Ranocchia a leggere, amare e soffrire. Un romanzo che unisce la Lecco contadina di fine Ottocento, legata alla memoria manzoniana, e il manicomio, che confonde follia e realtà.